Kalinic e Cassano dicono no alla Cina

C’è chi ha il coraggio di dire no. Non basta il denaro cinese per convincere Nikola Kalinic e Antonio Cassano a lasciare l’Italia: i due calciatori rifiutano le ricche offerte asiatiche e, mentre il primo rimane saldamente a Firenze, il secondo cerca una nuova sistemazione nel nostro Paese.

Sembrava la scelta più logica, quella già seguita da tanti calciatori militanti nei massimi campionati europei: essere sommersi da ingenti somme di denaro e trasferirsi in Cina, quindi cambiare radicalmente stile di vita ma avere un futuro assicurato e agiato. Ma Nikola Kalinic ha fermato tutto e ha saputo rispondere con un secco no alle offerte del Tianjin di Fabio Cannavaro.

Avrebbe guadagnato ben dieci milioni di euro a stagione, una cifra quattro volte maggiore di quella che percepisce a Firenze. Ma i soldi non sono mai stati la sua priorità e così è lui stesso a precisare di trovarsi “bene in viola” e di non aver mai fatto sapere di volersene andare in Asia o altrove; sarebbe stata tutta una montatura giornalistica architettata negli ultimi giorni. Così la Viola esprime “grande piacere e soddisfazione” per la decisione di Kalinic e Andrea Della Valle giudica il croato un “punto di forza” a disposizione di Paulo Sousa.

La realtà di Antonio Cassano è nota: fuori rosa della Sampdoria da qualche mese in seguito ad una accesa diatriba con la dirigenza, ha chiesto la rescissione del contratto e attende risposta da Massimo Ferrero. Ma è certo che non andrà in Cina, che pure si era già fatta avanti per accaparrarsi le giocate di Fantantonio. La sua idea è di rimanere in Serie A, sebbene non si intraveda all’orizzonte una squadra disposta ad acquistarlo (si era parlato di Palermo e Bologna, ma in entrambi i casi non si arriverà a nulla). Potrebbe trovarsi nel campionato cadetto, ma accetterà di scendere in Serie B?

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