Tante volte ha cambiato idea, ma stavolta sembra essere giunto davvero il momento di porre fine alla carriera: Antonio Cassano dice basta e così, dopo essersi allenato per qualche giorno con la Virtus Entella, conferma che è ormai l’ora di appendere gli scarpini al chiodo.
Ad annunciarlo è lo stesso Fantantonio in una lettera indirizzata all’amico giornalista Pierluigi Pardo e da lì rimbalzata rapidamente su tutti i media. Il trentaseienne di Bari Vecchia pone fine, così, alla sua lunga avventura cominciata molto presto, in quel lontano 1999 quando, nella squadra della sua città, si presentò diciassettenne ai suoi tifosi con una magistrale rete siglata contro la Roma.
Roma che diventa una delle tante squadre in cui milita nel corso degli anni, assieme al Real Madrid, alle due milanesi e alla Sampdoria, con cui ebbe un feeling particolare (in coppia con Giampaolo Pazzini portò i blucerchiati alla qualificazione in Champions League). Tra alti e bassi, è stato un talento fuori dal comune, capace di fornire splendide giocate, oltre a mettere a segno 140 gol con i club in cui ha militato (altri dieci con la maglia della nazionale italiana).
Nella lettera d’addio al calcio giocato ringrazia il presidente dell’Entella Gozzi per avergli permesso di potersi allenare con regolarità e confida che in questo momento non ha la determinazione necessaria per poter rientrare sui campi da gioco negli incontri ufficiali: “In questi giorni di allenamento però ho capito che non ho più la testa per allenarmi con continuità. Per giocare a pallone servono passione e talento ma soprattutto ci vuole determinazione e io in questo momento ho altre priorità”.
“Il pallone mi ha dato tantissimo. Mi ha fatto conoscere persone magnifiche, grandi campioni e gente comune – prosegue nella lettera – Mi ha tolto dalla strada, mi ha regalato una famiglia meravigliosa e soprattutto mi ha fatto divertire da matti […] Sì, lo so, con un altro carattere avrei potuto vincere di più e giocare meglio, ma credetemi, ho vissuto comunque emozioni incredibili e oggi ho accanto a me le uniche cose che contano davvero. La mia famiglia, gli amici e zero rimpianti”.
E adesso: “Adesso comincia il secondo tempo della mia vita, sono curioso e carico di dimostrare prima di tutto a me stesso che posso fare cose belle anche senza l’aiuto dei miei piedi”.